Questo rapace, insieme alla Civetta, rappresenta la chiaroveggenza. Associata spesso a maghi e indovini, simboleggia la comprensione, la luce dopo la soluzione di un problema. Essendo animali notturni evocano l’oscurità come sinonimo di tenebre e di morte ma, mentre la Civetta, con il suo sguardo acuto penetra il buio, personificando la luce come uscita dalla tenebre indicando la rivelazione, al Gufo spetta un significato negativo, come uccello del malaugurio, annunciatore di morte. Infatti troviamo un riscontro del significato positivo di questo animale notturno nella mitologia antica.

Secondo una leggenda spagnola, il Gufo è diventato un uccello dalle abitudini notturne dopo aver assistito alla crocifissione di Gesù. Da allora, infatti, il rapace continua a ricordare quell’evento, ripetendo nel suo tipico verso la parola cruz, ovvero “croce”. Secondo la tradizione fiabesca, invece, il Gufo è quasi sempre rappresentato come un animale saggio ed erudito, che si prodiga a diffondere la sua sapienza a tutti gli altri animali.

È l’unico rapace notturno che in inverno si aggrega in dormitori, selezionando posatoi su alberi, sovente anche in aree urbane. Da dicembre a febbraio, infatti, i gufi comuni trascorrono le proprie giornate sullo stesso albero dal quale poi s’involano la sera, per andare a caccia. Gli individui di gufo comune presenti in un dormitorio sono originari del territorio circostante ma una parte di questi arriva anche da soggetti svernanti che arrivano anche da altre nazioni. All’inizio della primavera si disperdono, abbandonando il dormitorio, per accoppiarsi e nidificare. 

I gufi, infatti, si intrattengono sullo stesso ramo per tutto l’inverno, e, spesso, rimangono fedeli negli anni allo stesso roost. Il probabile significato di questo comportamento sociale potrebbe essere di protezione reciproca

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