«Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare.»
G. Leopardi
così fu l’espressione dell’infinito per uno dei poeti più grandi della storia….
da qualche anno questa sensazione si è trasformata in un simbolo creato per l’algebra e la fisica ma poi utilizzato per eseguire centinaia di migliaia di tatuaggi TUTTI UGUALI!
In geometria algebrica, la parola LEMNISCATA’ si riferisce a ogni curva a forma di otto rovesciato, tra le quali la più nota è la lemniscata di Bernoulli.
Il nome alla curva fu dato dallo stesso Bernoulli e la sua etimologia deriva dal vocabolo latino lemniscus che nell’antica Roma rappresentava una sorta di nastro ornamentale per le corone. Il termine è talvolta utilizzato per rifarsi al simbolo matematico , che si riferisce all’infinito.
QUINDI NON FACCIAMO ALTRO CHE TATUARCI UN SIMBOLO UTILIZZATO IN ALGEBRA … RENDENDO “NON UNICO” QUEL SIGNIFICATO CHE VOGLIAMO DARE AL NOSTRO TATUAGGIO MAGARI CON L’INSERIMENTO DI UNA ZAMPETTA DI GATTO O CANE CHE CI COLLEGA AL NOSTRO ANIMALE DOMESTICO, OPPURE ALL’INIZIALE DEI NOSTRI FIGLI O NOSTRI GENITORI, NONNI , PARENTI, AMICI DEL CUORE ECC.. DI CONSEGUENZA SI FINISCE PER NON ACCETTARLO PIU’.
QUELLO CHE IMMAGINO….
L’intuizione emozionale dell’Infinito, vale a dire di “qualcosa” che non ha fine, limite, confine, circola nella mente umana presumibilmente da sempre, da quando gli esseri umani, dotati di un cervello del tutto particolare, al calar della notte, rivolgevano lo sguardo al cielo stellato e si accoccolavano stretti tra loro per arginare la paura di essere stati “gettati” in un mondo affascinante, ma anche ostile e denso di pericoli. Gettati da chi? Paradossalmente, da un Cervello singolare giunto a sentire quel “qualcosa”, a trascendere il mondo della percezione, del qui ed ora in cui vivono gli altri animali.. Di questo trauma originario, l’Uomo ancora oggi non è riuscito a farsi una ragione.
QUELLO CHE IMMAGINO OGNI VOLTA QUANDO PENSO ALL’INFINITO E’ LA RAPPRESENTAZIONE DELL’UNIVERSO E CHE NON E’ CERTO UN ELEMENTO FINITO COME TUTTO CIO CHE CI CIRCONDA OPPURE LA RAPPRESENTAZIONE DELLA VITA DELLA NASCITA O DELLA TRASFORMAZIONE…
SECONDO INVECE ALTRE FONTI:
Origine e significato nodo infinito
Il nodo senza fine è forse il più complesso dei simboli buddisti da capire. Nel buddismo tibetano, il simbolo del nodo infinito simboleggia la promessa, l’unità tra compassione e saggezza infinita, cioè senza inizio né fine.
Il nodo senza fine potrebbe avere origine in una simbologia correlata ai Naga. I naga sono una classe di esseri che vivono in una varietà di luoghi che vanno da luoghi sotterranei, corsi d’acqua ai regni invisibili. Questi esseri potenti hanno le loro percezioni e variano nel loro livello illuminato come fanno gli esseri umani. Inoltre, alcuni naga assumono il ruolo di protettori del Dharma (insegnamenti spirituali). Ancora più importante, nella mitologia indù, sono maligni e benevoli, demoni e dei. I naga rappresentano la nostra mente inconscia che consiste di 2 parti: il sé superiore e la nostra coscienza di base.
Il nodo infinito non ha né inizio né fine, rappresenta quindi il nostro percorso spirituale, il continuum del tempo e l’onnipresenza del sé di Buddha. Un’altra interpretazione si riferisce alla natura e alla coscienza. I fili interconnessi indicano che tutta la coscienza nell’Universo è connessa – che siamo tutti uno. È una tipica visione buddista. Ma siamo tutti collegati al campo di risonanza elettromagnetica che esiste, in significativa corrispondenza con la scienza moderna.
E piuttosto che l’unità dell’Universo, il nodo infinito riflette la dualità interiore della coscienza umana – i serpenti gemelli che rappresentano la dualità della nostra mente. L’iconografia moderna del nodo infinito non rivela l’immagine dei serpenti, sebbene i significati offerti dal buddhismo dominante possano essere collegati ai principi esoterici che troviamo nel serpente.
I serpenti rappresentano anche la rinascita e il rinnovamento dell’antico simbolismo a causa del sistematico spargimento della loro pelle. È tipico trovare serpenti nelle antiche culture che simboleggiano i cicli del tempo.
I serpenti rappresentano anche le nostre menti subconscie e più coscienti, che sono entrambe onniscienti ed eterne.
Il nodo infinito è anche legato al serpente kundalini – le energie intrecciate di ida e pingala. Si dice che il nodo simboleggi l’unione della compassione e l’infinita saggezza del Buddha, la coscienza onnisciente e onnipresente che esiste in ognuno di noi. Questa è la coscienza assoluta nell’induismo e ciò che la religione monoteista chiama “Dio”.
Il nodo eterno non ha né inizio né fine, rappresenta il movimento incessante del tempo e il ciclo infinito del Samsara: il ciclo infinito di nascita, morte e rinascita, un ciclo karmico che continua eternamente fino alla completa liberazione spirituale.
Un’altra interpretazione possibile riguarda l’interazione delle forze opposte nel mondo dualistico della manifestazione, che conduce alla loro unione e, infine, all’armonia dell’intera creazione.
Il nodo senza fine e il nodo celtico
Questo simbolo buddhista è paragonabile ai nodi di altre culture antiche, con un’affascinante somiglianza con il Nodo Celtico degli antichi Celti ritrovato in Gran Bretagna e in Irlanda. Il simbolo celtico, noto anche come nodo mistico, rappresenta un ciclo di vita ininterrotto. Questi simboli hanno iniziato ad apparire nell’arte celtica nel V secolo. Il nodo senza fine e il nodo celtico rappresentano lo scorrere infinito dell’energia divina e il ciclo della vita che non finisce mai.
Rappresentano anche la reincarnazione delle nostre anime e la costante morte e rinascita dei valori che impariamo anche se la vita ha acquisito saggezza e compassione.
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